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Fisiologia dell’anima - o, se preferisci, - neuroni & anima
Riccardo Fesce - tutti i diritti riservati (editori e agenti interessati, inviare una mail)
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Una specie di presentazione

Un ambizioso ma giocoso tentativo di individuare nei meccanismi del cervello e nei suoi modi di operare, nelle proprietà della coscienza e della vita emotiva, l’origine di quel bisogno di infinito, di quella chiara percezione che una parte di noi ci trascenda e si espanda nello spazio e nel tempo fuori dai nostri limiti: quella chiara sicurezza che amiamo chiamare anima.

Bisogno di infinito. Ma l’infinito non è il tutto. Il tutto implica la fine il limite che racchiude, è una fotografia una gabbia quattro mura per difendersi. L’infinito invece è libertà, non senza ostacoli, difficile, ma sempre aperta percorribile da scoprire conquistare costruire. E l’infinito si apre ad altri infiniti in altre direzioni e dimensioni, nella realtà che ha innumerevoli chiavi di lettura, nelle emozioni, nella vita che è molteplice e sempre nuova.

L’organizzazione del cervello aiuta a capire dove nasca questa aspirazione a infinito, conoscenza dialettica e libertà. Dentro di noi non c’è nessuna foto della realtà − che la fissi e racchiuda − ma solo relazioni che la costruiscono riproducendola. Nessuna foto neppure di noi e della nostra vita, che ricostruiamo rivivendola.

La realtà è intesa come inestricabile rete di relazioni in molti piani e dimensioni, indipendenti e ortogonali, una rete che include noi stessi, nella realtà e nel TEMPO, anch’esso inventato e riprodotto in noi costruendolo come intersezione di esperienza, sequenze, fili che corrono, rallentano, si interrompono e ricompaiono. E le innumerevoli chiavi di lettura di una realtà così intesa costituiscono la nostra realtà il nostro tempo la nostra vita.

Il gioco complesso di percezione pensiero ed emozione punta alla molteplicità come chiave di lettura centrale dell’elaborazione neuronale. L’altro aspetto cruciale, presente dalla elaborazione sensoriale fino alle funzioni più elevate del cervello, è la capacità di aggirarsi e navigare tra i dati e le informazioni seguendo un filo conduttore ma cogliendo − e lasciandosi catturare da − immagini integrate, comprensive e significative.

Quando si considera il contributo delle innumerevoli e intricate circuiterie cerebrali, la molteplicità e la capacità di seguire un percorso tra i mille fili dell’elaborazione e le mille intuizioni appare chiaramente come la chiave e il modo della coscienza stessa. Coscienza come capacità di conciliare e armonizzare le infinite diverse percezioni e interpretazioni che si aggirano per il cervello in una visione “unitaria”, complessa e mutevole, che è il nostro io come lo conosciamo noi, infinito molteplice complesso mutevole dialettico, capriccioso e incommensurabile, vivo.

E scopriamo l’atteggiamento estetico (estatico?) come sensibilità alla molteplicità, alla convergenza armonica di dimensioni diverse, come piacere del percepire il nostro espanderci in territori sempre nuovi e inesplorati grazie ad uno sguardo che sa cogliere essenzialità astratte. Astratte ma non per questo meno reali dell’oggetto dello sguardo stesso − uno sguardo rivolto non a ciò che si vede ma a ciò che si vive. Questo senso estetico come necessità di armonia guida anche il nostro comportamento, e scopriamo l’inscindibile legame tra etica e estetica, tra il bello e il giusto: καλóς κ'αγαϑóς.

Scopriamo l’anima come soggetto della traduzione leggendaria della realtà che questo sguardo permette. Soggetto di una traduzione leggendaria delle cose, dei fatti e degli eventi, ma anche dell’amore, dell’impegno, del lavoro, della socialità, della quotidianità, della vita.

Una traduzione leggendaria che non toglie realtà né verità alla realtà, al tempo, alla vita, ma semplicemente li anima (anima?!), li trasforma da vagiti in poesia, da suoni in musica.

Questo testo si presenta come testo altamente scientifico, meglio, scientifico in modo estremo. Infatti, regola ferrea che ha inconfessatamente ma inesorabilmente guidato da sempre la ricerca scientifica è che tra due interpretazioni dei dati sperimentali quella vera, da sostenersi anche a fronte della tortura, è quella più bella.

E allora ho cercato di spingermi all’estremo, più oltre possibile, su questa strada, fino a trovare una verità che non sia solo bella, ma, per quanto possibile, si avvicini alla musica e alla poesia.

Obiettivo ambizioso, la poesia, ma dato l’argomento, come accontentarsi di meno?

***

Questo libro si muove su tre livelli.

Il testo normale esplora fino a che punto le nostre conoscenze sul funzionamento del sistema nervoso − e la sua capacità di cambiare e imparare − possano spiegare funzioni mentali, affetti, motivazione, amore, estetica, etica e ideali, e il bisogno di qualcosa di infinito che ci trascenda: tutto quello che generalmente si riferisce all’anima. E’ scritto in linguaggio discorsivo, talora un po’immaginoso, ma le informazioni e affermazioni che contiene, per quanto in alcuni casi ben lontane dall’essere dimostrate, sono in ogni caso coerenti con le conoscenze scientifiche correnti (sono “vere” secondo la concezione popperiana di verità scientifica − falsificabile attraverso procedure sperimentali appropriate, ma non confutate fino ad ora).

Il secondo livello è orientato ad una descrizione scientificamente e “politicamente” corretta, per quanto non esaustiva, di come sono organizzati il sistema nervoso e il cervello da un punto di vista strutturale e funzionale, e dei meccanismi principali di elaborazione e registrazione dell’informazione, con i necessari riferimenti ai meccanismi della vita emotiva, del controllo motivazionale, dell’apprendimento. Questi paragrafi si possono saltare a piè pari se uno è solo interessato a percepire una visione generale.

Il terzo livello è intermezzo. Immagini e pensieri in libertà, metafore, suggestioni, non necessariamente utili a seguire il filo del ragionamento, ma spesso utili a spingere verso l’umore giusto per apprezzare l’argomento.

(dedicato a chi non intende smettere di crescere, scoprire, meravigliarsi, e ancor più a chi ha smesso, ma potrebbe ripensarci)

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